La recente adesione del Montenegro all'EPO segna un risultato storico per il Paese e per tutte le parti firmatarie: dal 1 ottobre 2022 il Montenegro è il 39° stato membro dell’Organizzazione.
Le domande di brevetto europeo e le domande di brevetto PCT (c.d. domande di brevetto internazionale) designanti l’Ufficio Europeo dei Brevetti (EPO) depositate a partire da quella data riguarderanno anche il Montenegro. Fino a poche settimane fa il Paese era uno Stato di estensione, ciò sta a significare che, affinché una domanda di brevetto europeo fosse valida anche per il Montenegro, occorreva versare una tassa di estensione ad hoc. Ma a seguito dell’ingresso nell’Organizzazione Europea dei Brevetti la designazione del Montenegro avverrà in modo automatico, a seguito del deposito di una domanda di brevetto e non occorrerà pagare alcuna tassa aggiuntiva.
Il 15 luglio 2022 il Paese ha compiuto l'ultimo atto per l'adesione alla Convenzione sul brevetto europeo (EPC) depositando la propria adesione, ma questa decisione è stata assunta a seguito di lunghi rapporti che sono intercorsi tra il Montenegro e l’EPO.
La cooperazione tra l'EPO e il Montenegro prese il via nel 2007, quando il Paese informò l'Ufficio circa la sua volontà di concludere un accordo di estensione con l'EPO. A seguito di ciò, nel 2009, firmando il suddetto accordo, il Montenegro ottenne lo status di Stato di estensione e osservatore presso il Consiglio di amministrazione dell'EPO, che divenne efficace a partire dal 1 marzo 2010.
Il 23 luglio 2018, a seguito di numerosi colloqui diplomatici e discussioni interne, il Montenegro chiese formalmente di aderire all'EPC. La risposta dell’Organizzazione fu tempestiva e il 10 ottobre 2018 il Consiglio di amministrazione dell'Organizzazione europea dei brevetti invitò ufficialmente il Paese ad aderire all'EPC. L’anno successivo si discusse circa le modifiche legislative necessarie al fine di ottemperare agli obblighi derivanti dall'adesione all'Organizzazione europea dei brevetti, di conseguenza il 29 dicembre 2021, il Parlamento del Montenegro approvò definitivamente l’atto di adesione del Montenegro all'EPC.
L'Organizzazione europea dei brevetti fu fondata nel 1977 dai sette Stati fondatori, il risultato raggiunto oggi con l’adesione di ulteriori 32 Stati non fa altro che valorizzare da un lato i principi di cooperazione internazionale che stanno alla base della idea originaria, e dall’altro dimostrano come questa Organizzazione comune si sia rivelata fonte di sviluppo, integrazione e crescita economica condivisa
Attualmente i 38 stati membri dell’Organizzazione Europea dei Brevetti sono: Albania (dal 2010), Austria (dal 1979), Belgio (dal 1977), Bulgaria (dal 2002), Cipro (dal 1998), Croazia (dal 2008), Danimarca (dal 1990), Estonia (dal 2002), Finlandia (dal 1996), Francia (dal 1977), Germania (dal 1977), Grecia (dal 1986), Irlanda (dal 1992), Islanda (dal 2004), Italia (dal 1978), Lettonia (dal 2005), Liechtenstein (dal 1980), Lituania (dal 2004), Lussemburgo (dal 1977), Macedonia del Nord (dal 2009), Malta (dal 2007), Monaco (dal 1991), Norvegia (dal 2008), Paesi Bassi (dal 1977), Polonia (dal 2004), Portogallo (dal 1992), Regno Unito (dal 1977), Repubblica Ceca (dal 2002), Romania (dal 2003), San Marino (dal 2009), Serbia (dal 2010), Slovacchia (dal 2002), Slovenia (dal 2002), Spagna (dal 1986), Svezia (dal 1978), Svizzera (dal 1977), Turchia (dal 2000) e Ungheria (dal 2003). Tutti i 27 stati membri dell’Unione Europea sono anche stati membri dell’Organizzazione Europea dei Brevetti.
La recente adesione del Montenegro come Stato membro rafforza questi principi comuni oltre a sottolinearne l’esigenza nell’attuale situazione internazionale. L'accordo entrato in vigore dal 1 ottobre 2022 stabilisce un passo in avanti veramente importante nella storia dell'Ufficio europeo dei brevetti.
Dal punto di vista del diritto internazionale, la firma dell’Accordo da parte del Montenegro dimostra come la regolamentazione unitaria delle materie sia di fondamentale importanza sia per quanto concerne la circolazione di idee e persone, sia per la crescita economica dei Paesi aderenti. Grazie a questa organizzazione infatti, oggi il proprietario di un’invenzione intellettuale può tutelarla in Europa tramite un deposito diretto nel paese di interesse (domanda di brevetto nazionale tramite la Convenzione di Parigi) ovvero tramite un deposito regionale in EPO (brevetto europeo). Se si considera poi che i brevetti europei concessi devono essere convalidati e successivamente depositati e conservati in ogni singolo Paese in cui entrano in vigore, si può comprendere a pieno la portata di questo strumento. Il maggior vantaggio dei Brevetti Unitari è che eliminano i procedimenti di convalida nazionale, l'amministrazione successiva alla concessione viene curata e gestita unicamente dall'EPO, riducendo di molto non soltanto il lavoro degli Stati membri ma anche i relativi costi amministrativi.
Punto importante riguarda le traduzioni: è bene ricordare che le lingue ufficiali dell’EPO sono l'inglese, il francese e il tedesco. Eventuali traduzioni in altre lingue possono essere effettuate ma hanno uno scopo meramente informativo senza alcuna valenza legale.
Per quanto concerne i costi, è previsto per i titolari del Brevetto Unitario il pagamento di tassa di rinnovo senza la necessaria assistenza di un rappresentante.
Innumerevoli sono senza dubbio i vantaggi che ne derivano ma non si possono tralasciare alcuni punti critici di questo strumento: tra questi il principale è rappresentato dalla rigida regolamentazione dei processi di esame da parte dell’EPO. I procedimenti di ricerca ed esame sono interamente coordinati ed eseguiti secondo le regole dell'EPC e per superarli è necessario seguire le norme in modo assolutamente scrupoloso, anche se a volte risulta essere eccessivamente rigido.
Di seguito sono riportate alcune fonti ufficiali per approfondire e verificare le informazioni succitate.